Sono state superate le 700 mila firme in tutta Europa per presentare alla Commissione Europea la petizione dei cittadini europei attraverso l’apposito istituto dell’ICE (Iniziativa dei Cittadini Europei) contro l’uso del glifosato.  Il quorum richiesto da questo tipo di istituto di partecipazione democratica è stato raggiunto in sei paesi sui sette richiesti: si tratta di Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania e Lussemburgo, mentre Spagna, Regno Unito e Irlanda sono molto vicini all’obiettivo. In Italia, invece, è stata raccolta più della metà delle firme richieste, ma ne mancano ancora 25 mila per raggiungere il quorum di 54.570.

L’iniziativa è stata lanciata da un nutrito raggruppamento di associazioni, più di 45 tra cui legambiente, riunite dal 2015 nella “coalizione stop glifosato” dopo che la IARC Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro – organo della Organizzazione Mondiale della Sanità -ha classificato il glifosato tra i probabili cancerogeni per l’uomo. Stop glifosato

La coalizione ha intensificato il suo lavoro dopo l’uscita della valutazione dell’EFSA, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, che in contrasto con il parere della IARC, ritiene la sostanza probabile non cancerogena per l’uomo, basandosi su studi mai pubblicati e forniti dalle stesse imprese chimiche che producono il glifosato, in contrasto con le più elementari garanzie di indipendenza e in evidente conflitto d’interessi.

L’obiettivo della campagna è quello di vietare l’erbicida dall’agricoltura comunitaria in nome del principio di precauzione, oltre a una revisione delle procedure con cui vengono autorizzati tutti i pesticidi e a nuovi obiettivi per la riduzione dell’uso dei pesticidi.

Il glifosato è attualmente presente in oltre 750 formulazioni.

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Per far sì che la tua firma conti per l’Iniziativa dei Cittadini Europei, devi fornire un po’ più di informazioni rispetto a una normale petizione. I campi di informazione richiesti sono un requisito legale per far considerare valida la tua firma. 

 

 

Scarica qui il dossier legambiente 2017 STOP PESTICIDI 

Che non si tratti di richieste velleitarie lo testimoniano le tante iniziative comunali, ultima in oridine di tempo quella di Ponte nelle Alpi in provincia di Belluno: qui con il nuovo regolamento comunale è stato vietato l’uso in tutto il territorio comunale dei fitosanitari più pericolosi attualmente utilizzati in agricoltura. Sono stati banditi i prodotti che recano in etichetta le indicazioni di pericolo contrassegnate con le frasi di rischio “H”, ovvero i più pericolosi per la salute dell’uomo e l’integrità dell’ambiente (es. “Può provocare il cancro”, “Può nuocere alla fertilità o al feto” ecc.), senza esclusioni di territorio: l’intenzione dell’amministrazione comunale, come si può leggere nella delibera, è quella di tutelare «tutti gli abitanti, sia che risiedano in area urbana che in zona agricola».

Il regolamento (qui una sintesi) applica nella sostanza il principio di precauzione, non è stato imposto dall’alto ma anzi, la sua approvazione è frutto di un percorso che ha coinvolto l’intera cittadinanza: il movimento Terra Bellunese e il coordinamento provinciale Liberi dai Veleni hanno organizzato, anche in collaborazione con ISDE medici per l’ambiente,  diversi incontri pubblici per sensibilizzare la cittadinanza sugli effetti che i prodotti fitosanitari hanno sulla salute umana.