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Sabato 21 marzo è iniziata a Limena una raccolta di firme per sollecitare l’Amministrazione Comunale ad intraprendere una qualche azione volta a risolvere il problema del cattivo odore proveniente dall’impianto di biogas situato nell’area del Tavello. La questione è presente ormai da molto tempo, ma si è ultimamente aggravata coinvolgendo zone sempre più ampie del comune.

L’impianto è già stato oggetto circa due anni fa di un’ordinanza del sindaco a causa di un gravissimo inquinamento da PCB, inspiegabile sulla base delle caratteristiche dell’impianto e mai del tutto chiarita.

In tale circostanza, data l’assenza di informazioni alla popolazione da parte dell’Amministrazione Locale, il Circolo Legambiente di Limena ha promosso un serata informativa aperta alla cittadinanza e amministratori locali durante la quale,  oltre ad approfondire il caso, si è sviluppato il tema generale degli impianti che si avvalgono di questa tecnologia, evidenziandone aspetti positivi e negativi. Era risultato evidente già allora che gli impianti di biogas possono essere considerati utili fonti di energia rinnovabile se:

  • di piccola dimensione;
  • funzionali alle caratteristiche dell’azienda agricola (tali cioè da essere alimentati con i sottoprodotti o prodotti residuali dell’azienda stessa);
  • correttamente progettati e manutenuti;
  • dislocati in aree adeguate e rispettose dell’ambiente.

Era risultato altrettanto chiaro che impianti ben progettati e correttamente condotti non sono fonte di cattivi odori.

In quella circostanza l’Amministrazione Comunale ha pubblicamente ringraziato il Circolo per l’iniziativa ma, mentre per quanto attiene l’inquinamento da PCB è stato attivato un monitoraggio sul digestato secondo le indicazioni scaturite da apposite Conferenze dei Servizi, non ci risulta sia stata attuata alcuna iniziativa per risolvere il problema dei cattivi odori. Non appare accettabile sostenere di non avere alcun strumento o potere d’intervento al riguardo!

Ben venga dunque la raccolta firme su iniziativa dei cittadini che pone in ogni caso un problema che va risolto poiché se è vero che un cattivo odore non rappresenta necessariamente un pericolo per la salute è comunque vero che può interferire pesantemente con il benessere delle persone.

Le parti in causa (proprietà ed istituzioni) devono dunque trovare una soluzione al problema.

Più in generale la questione degli impianti di biogas va affrontata nel suo complesso evitando la costruzione di impianti di grandi dimensioni che, anche quando non producono cattivi odori, hanno comunque un impatto ambientale deficitario per il traffico di mezzi pesanti indotto e per l’utilizzo di suolo agricolo fertile dedicato alla loro alimentazione.

In tal senso le istituzioni, in primis la Regione Veneto devono evitare l’autorizzazione di impianti sovradimensionati.