Gli automobilisti sono i più esposti allo smog: sembra impossibile, ma sono questi i risultati che emergono da un articolo scientifico uscito un mese fa sulla rivista decennale di scienze ambientali, “Environment International”.

Confrontando i dati dei più recenti studi, i ricercatori hanno analizzato i diversi livelli di esposizione all’inquinamento da smog a seconda della modalità di spostamento in molti centri abitati europei.

Nell’elenco sono presenti grandi e piccole città dell’Europa occidentale, dall’Olanda al Belgio, passando per Londra, Barcellona e Dublino. È la prima volta, riporta l’articolo, che si prova ad andare oltre ad analisi puramente qualitative, per riuscire a dare, anche in vista dei necessari interventi pubblici, uno sguardo quantitativo del rapporto tra esposizione all’inquinamento e modalità di spostamento. 

Il risultato dello studio è chiaro. I pedoni sono i soggetti meno esposti agli agenti inquinanti più studiati: è un fatto ancora più significativo, dato che, riporta lo studio, il loro spostarsi su strada li sottopone ancora di più allo smog.  Seguono, più o meno alla pari, ciclisti e utenti dei mezzi pubblici. Al primo posto troviamo dunque gli automobilisti.

Rispetto al PM2,5, biciclette, auto e autobus sono esposte il 30, 40 e 50% in più dei pedoni. La più grande differenza rimane quella tra automobilisti e pedoni: in proporzione i guidatori sono esposti quasi tre volte di più al nerofumo e al monossido di carbonio. Anche rispetto all’uso della bici, gli automobilisti rimangono sempre in testa: in media sono più esposti del 20% al PM2,5, del 70% al nerofumo e del 90% al monossido di carbonio.

Il motivo? Piccoli ambienti, riporta lo studio, hanno una concentrazione di inquinanti che è superiore fino a oltre quattro volte i luoghi circostanti. A dimostrazione c’è anche un altro dato dello studio: l’esposizione allo smog di chi utilizza i mezzi pubblici e dei pedoni non è significativamente diversa. L’abitacolo dell’auto invece è piccolo e non a tenuta stagna: il ricircolo dell’aria o l’apertura di portiere e finestrini sono sufficienti perché le particelle inquinanti entrino e saturino l’ambiente. Il traffico delle città obbliga inoltre i guidatori a rimanere per molto tempo vicini alla fonte di inquinamento anche percorrendo brevi distanze.

Se si pensa ai livelli di inquinamento delle città italiane è questa una notizia davvero significativa: potrebbe essere tra le motivazioni che spingono a cambiare il nostro stile di vita. Padova, da questo punto di vista, è tra le peggiori città d’Italiagennaio è stato il mese più inquinato degli ultimi cinque anni, con ventidue giorni di superamento dei limiti di 50 mg al m3 di polveri sottili. Puoi approfondire tutti i dati italiani sul Dossier di legambiente Mal’aria 2017, che contiene anche le dieci proposte concrete, in alcune città già attuate, per abbattere il livello di polveri sottili.

malaria_2017