Si chiama MANUTENZIONE ed è l’unica vera grande opera di cui ha bisogno l’Italia. 
Non ci stanchiamo di dirlo da anni e le cronache di questi giorni non fanno che confermarlo.
Per cercare di essere più efficaci nella nostra richiesta, già da diversi mesi le principali associazioni ambientaliste e di categoria, i Consigli nazionali degli ordini professionali e le associazioni imprenditoriali di settore, i Sindaci e il mondo dei tecnici e della ricerca si sono costituite nella Coalizione per la prevenzione del rischio idrogeologico. Un organismo straordinario che vede la partecipazione di tanti soggetti competenti in materia di acque e difesa del suolo, con ruoli e compiti diversi ma con l’obiettivo comune di condividere l’urgenza e l’importanza di azioni efficaci per la prevenzione e mitigazione del rischio idrogeologico nel nostro Paese. 
Purtroppo anche gli ultimi provvedimenti normativi sembrano andare in direzione contraria rispetto all’attuazione di una politica ordinaria di difesa del suolo in grado di coniugare tutela dell’ambiente e riduzione del rischio idrogeologico. Nel cosiddetto “Decreto sblocca Italia” quasi la metà di quanto previsto per infrastrutture, 1832 milioni, è destinato ancora a strade e autostrade, a scapito di trasporto ferroviario e mobilità locale. Più in generale il decreto avrebbe potuto essere uno “Sblocca Futuro”, se gli interventi normativi, le semplificazioni, gli standard di prestazione di efficienza avessero risposto a un chiaro disegno di trasformazione del paese nella direzione dello sviluppo di un’economia “circolare” e “low carbon”.
Buona parte delle osservazioni sono state riprese da vari autori anche nell’instant book di Altraeconomia “Rottama Italia”, che trovi qui sotto.
[google-drive-embed url=”https://docs.google.com/file/d/0B6wveFygRFhbSjlrakJNcjl3aWs/view?usp=drivesdk” title=”RottamaItalia.pdf” icon=”https://ssl.gstatic.com/docs/doclist/images/icon_10_pdf_list.png” width=”100%” height=”400″ style=”embed”]